(Comunicazione pubblicitaria)
Dal Web
""Venuti in possesso del testamento “olografo” del presidente Berlusconi, siamo in grado di anticiparne le parti salienti. Il documento lo si è a avuto, infrangendo il segreto professionale, dal notaio dott. Antonio Sabonir. Tale atto era depositato dal 2009, una lettura molto piacevole ed edificante che ci fa stimare ancora di più il Cav. Berlusconi. Tralasciamo la parte cosiddetta “legittima” che deve rimanere a mogli e figli, riportiamo la parte dove il presidente si è lasciato mani libere per varie elargizioni.
La proprietà del Monza Calcio viene donata senza nessuna condizione (tranne quella di non farlo retrocedere in serie dilettanti) a don Luigi Ciotti. Il reverendo potrà disporre della proprietà, dei calciatori e delle strutture annesse per gli allenamenti, fino allo sponsor sulla maglia, che dovrebbe essere l’Associazione Libera. Ma, notizia dell’ultima ora, anche la nota marca di sottaceti Saclà vorrebbe fare da sponsor ai brianzoli. Don Luigi (che verrà ordinato vescovo) è naturale che sceglierà il nuovo allenatore (oppure confermerà l’attuale). Sembra che Galliani sia rimasto molto deluso sapendo che don Ciotti come primo atto lo farà dimettere da dirigente del Calcio Monza. Dispiace dirlo. Al dott. Fedele Confalonieri viene lasciata la proprietà del Teatro Manzoni (valore stimato 50 milioni). Unica condizione, che non vengano rappresentate opere di Luigi Pirandello (mettono tristezza, c’è scritto a margine dell’atto). Con l’eleganza e la pluralità che sempre ha dimostrato, il presidente Berlusconi non ha messo il veto ai ridicoli spettacoli teatrali di Travaglio e Scanzi, che chiamarli spettacoli teatrali fa venire la pelle riccia a Franco Branciaroli e Valerio Binasco. In pratica Travaglio per la giusta cifra di entrata di 75 euro sta seduto in mezzo al palco a leggere dei libri (suoi) che sputtanano tutti tranne i suoi amici. Spero vivamente che il nuovo proprietario vieti lui il palco a questi dilettanti miracolati dal cavalier Berlusconi.
Altro lascito che ha sorpreso tutti: 250 milioni di euro al direttore Sansonetti per rilanciare la nuova testata dell’Unità. Da spendere per adeguare i macchinari del giornale alle nuove tecnologie (aprire un profilo TikTok non mi sembra il caso). 450 milioni al Foglio da spendere come l’editore meglio crede. Anche dando un milione di euro a testa a tutti quelli che lo fanno: giornalisti, amministrativi, pubblicitari, poligrafici ecc. La collezione di quadri di Antonio Ligabue, attualmente in località segreta che solo il prof. Sgarbi conosce, viene interamente donata al seminario vescovile di Como. Solo i galleristi sapevano che Berlusconi è il più grande collezionista del pittore emiliano. Su duemila quadri autenticati a firma Ligabue, più di due terzi sono di proprietà Berlusconi. Il testamento prevede che se il rettore del seminario di Como ritiene di alienarli, ne ha facoltà. Si parla di un valore vicino ai 700 milioni di euro (anche meno). La quadreria di Berlusconi logicamente non si limitava al grande maestro reggiano. Abbiamo dei Rembrandt, dei Caravaggio, dei Piero della Francesca, degli Antonello da Messina, per passare alla pop art con Schifano e compagnia di giro. Ognuno di questi viene destinato a una fondazione (ex opere pie) dove assistono gli anziani. Per esempio il Modigliani “Donna che beve” viene destinato alle suore di Vimercate. Anche qui la superiora potrà disporre come meglio crede. Già una famosa casa d’aste si è offerta per l’acquisto del prezioso dipinto (parliamo del valore di una Bugatti Icon serie limitata).
Il secondo diamante più grosso al mondo (il primo è del sultano del Brunei che ieri si è dimostrato interessato all’acquisto di quello di proprietà del Cav.) è ad Arcore. Regalato da Berlusconi a Iva Zanicchi quando accettò di diventare parlamentare (o simile) di Forza Italia. Viene dato per volontà del proprietario a Gullit e Van Basten che, raggiunti ieri al telefono dalla segretaria del notaio, si sono commossi. Hanno subito telefonato ad Anversa per chiarimento dal più noto tagliatore di diamanti del pianeta. Gli ha detto che se ne possono ricavare cento. La proprietà del diamante era tornata al Cav. quando la Zanicchi glielo aveva restituito dicendo: “Credo in Forza Italia e ai suoi valori liberali, questo diamante serve per aprire nuovi circoli nel mondo, presidente, ne disponga lei”. Berlusconi si era commosso e aveva dato la nuda proprietà della sua villa a Portofino a Iva Zanicchi, da oggi è sua. Le ha già telefonato Renato Zero, la vorrebbe acquistare lui. La Zanicchi ha dato mandato a un geometra di una nota immobiliare del golfo dei poeti per una trattativa privata. Inutile dire che la sterminata biblioteca di Arcore, un chilometro lineare di manoscritti anche risalenti ai sumeri, va al dott. Marcello Dell’Utri. Il cofondatore di Forza Italia ha già detto che quell’immenso patrimonio verrà a sua volta donato al convento di San Girolamo a Chieti. Il padre provinciale si è detto lusingato ma non avendo spazio, tutto viene dirottato presso la Biblioteca Vaticana.
patrimonio nautico del Cavaliere (tranne gli yacht dei figli ecc.) viene lasciato a Franco Baresi e Massimo Boldi che hanno deciso di darlo in beneficenza alla chiesa protestante di Milano vicino alla Stazione centrale. Questo dimostra il forte ecumenismo del Cavaliere. Non escludo, anzi sono certo, che ha detto lui a Boldi e Baresi di fare così. Le varie barche sono dislocate un po’ in Sardegna un po’ a Varazze. Per adesso rimangono lì in attesa che non ci sia il ricorso di alcuni parenti alla lontana del Cav. Ma non penso.
Mentre tutte le televisioni passano giustamente a Pier Silvio, il Cav. ha disposto che l’ultimo acquisto, la rete Focus (canale 35-36) comprata da Discovery Channel per un miliardo di dollari, venga data al geologo Mario Tozzi. Che se la vende, può solo a Roberto Giacobbo, dei programmi “Voyager”, “Freedom”, le piramidi le hanno costruite gli ufo e balle varie. Stanno trattando il prezzo, Mario Tozzi vorrebbe coinvolgere Greenpeace, Giacobbo non li vuole tra i piedi. Se compra, compra senza vincoli ambientali. Vedremo. Come televisione è molto bella, più delle monotematiche scientifiche di Sky e Rai (dispiace dirlo).
La Medusa Film e le sue mille sale cinema sparse per la penisola passano ad Antonio Padellaro. Di tutti i giornalisti del Fatto, quello che Berlusconi stimava di più per l’equilibrio nelle analisi politiche e l’onestà intellettuale. Con un documento ufficiale, la Santa Sede ha reso noto (a dipartita avvenuta, prima il benefattore non voleva) le numerose opere di carità fatte da Berlusconi. Intere ristrutturazioni, restauri ecc. assistenza ai sacerdoti anziani. Questo in vita. Nel testamento non si è dimenticato della sua profonda fede cattolica romana. Al Vaticano ha lasciato Milano 2 e Milano 3. Più il Girasole, un immenso hub di negozi all’ingrosso che nemmeno a Prato c’è. Infatti il Girasole è ormai affittato a ditte cinesi che da oggi pagheranno l’affitto al Vaticano tramite il parroco di Rozzano, delegato alla riscossione canone (parliamo di milioni di euro).
Continuiamo la parte testamentaria cosiddetta “non legittima”. Le quote della banca Mediolanum viene disposto che diventino di suor Cristina. Se però ritorna suora e lascia il mondo dello spettacolo. Può cantare e ballare benissimo come faceva prima da suora, volendo anche di clausura. Ma è una sua libera scelta. Se ciò non avvenisse le azioni Mediolanum di Berlusconi passano a Paolo Brosio. Senza nessun vincolo. Anche se sappiamo che giustamente aprirà una catena di alberghi per pellegrini diretti e Medjugorje. E io sarò tra i primi ospiti. Brosio, mettiamo prezzi contenuti, gentilmente. I 12 aerei privati della flotta Fininvest vengono donati all’ex Alitalia. Qui io se fossi un parente diretto del Cav. impugnerei il testamento. Buttare nel calderone dell’ex Alitalia dei velivoli executive del valore di circa un miliardo non mi sembra il caso. Infatti il notaio aggiunge “c’è una postilla: se l’Alitalia cambia nome (cosa avvenuta) la depenno dal testamento e tali aeroplani passano nelle disponibilità vaticane”. Cosa che avverrà.
Per quanto riguarda i numerosi latifondi nelle pampas e in America latina, il beneficiario è Matteo Renzi. Si tratta di milioni di ettari, con altrettanti capi di bestiame, che si estendono tra Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Antigua. Un ettaro di bananeto che viene donato al locale parroco da Renzi, appena venuto a conoscenza dell’eredità che lo ha beneficiato. Eredità non solo prosaica ma anche politica. C’è una pagina intera nel testamento del presidente che parla di beni immateriali. Ecco un passaggio: “Dopo aver attentamente valutato negli anni il personale politico che ho conosciuto, mi sono convinto che il mio erede naturale, come visione del mondo, capacità decisionale ecc. è il senatore presidente Matteo Renzi. L’avevamo già schedato negli anni 80 quando partecipò alla “Ruota della fortuna” a Canale 5. Ho qui il fascicolo compilato dal funzionario di allora: ‘Giovane, sveglio, preparato, di sane vedute democristiane, anticomunista, educato, bell’aspetto, no fumatore’. Il mio sogno (il più tardi possibile) quando non ci sarò più è che sia questo ragazzo ormai uomo a diventare leader dei conservatori italiani. Fedele alleato atlantico ed europeista convinto. Oltre alla mia eredità politica, gli lascio una Cadillac del ‘52 usata da Fred Astaire per andare a prendere Ginger Rogers nel celeberrimo film ‘Ti amo ma non ho tempo’. Voglia altresì accettare il senatore del Mugello anche una cassettiera Luigi XV intarsiata che mi fu regalata dallo scià di Persia nel 1971 quando costruì con la mia Edilnord l’aeroporto della capitale.
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