mercoledì 30 aprile 2025

Una Chiesa Uniformata

DISCORSO DI DON ERMAN CON PREGHIERA FINALE

Che dice la teoria di Marshall Rosenberg ?

Eccola in dieci punti

La teoria psicologica di Marshall Rosenberg, ideatore della Comunicazione Nonviolenta (CNV), si può sintetizzare in 10 principi fondamentali (stile “comandamenti”) che aiutano a migliorare i rapporti umani attraverso empatia, autenticità e responsabilità personale.

I 10 comandamenti della Comunicazione Nonviolenta (di Marshall Rosenberg):

  1. Ascolta senza giudicare.
    Osserva i fatti senza etichettare, criticare o diagnosticare.

  2. Esprimi ciò che senti.
    Riconosci e comunica i tuoi sentimenti autentici, non pensieri mascherati da sentimenti.

  3. Riconosci i tuoi bisogni.
    Dietro ogni emozione c’è un bisogno universale da comprendere e rispettare.

  4. Formula richieste chiare.
    Chiedi ciò che desideri con precisione, senza esigere o manipolare.

  5. Coltiva l’empatia.
    Ascolta l’altro con presenza e senza interrompere, per capire i suoi sentimenti e bisogni.

  6. Evita la colpa.
    Non accusare né te stesso né gli altri: scegli la responsabilità, non la colpevolizzazione.

  7. Sii autentico.
    Comunica con sincerità, ma con rispetto e consapevolezza dell’altro.

  8. Distingui bisogni da strategie.
    Non attaccarti a un’unica soluzione: cerca alternative che soddisfino tutti.

  9. Agisci con compassione.
    Cerca l’incontro, non la vittoria. La forza nasce dalla connessione, non dal controllo.

  10. Onora la vita.
    Usa il linguaggio per arricchire la vita tua e degli altri, non per ferire o dominare.


Cosa fa invece un individuo medio della società fluida materialista contemporanea specie se studente di economia o psicologia economica nichilistica ?

Fa questo:

Ecco i 10 contro-comandamenti ispirati a teorie comunicative e psicologiche opposte o contrastanti alla Comunicazione Nonviolenta di Marshall Rosenberg. Questi rappresentano atteggiamenti disfunzionali, diffusi in ambienti competitivi, autoritari o manipolatori:


I 10 contro-comandamenti della Comunicazione Tossica:

  1. Giudica e semplifica.
    Etichetta subito le persone: buoni, cattivi, giusti, sbagliati. È più facile e ti fa sentire superiore.

  2. Nascondi i tuoi sentimenti.
    Mostrare emozioni è segno di debolezza. Meglio sembrare freddo o controllato.

  3. Ignora i tuoi bisogni.
    Sacrificati per dovere, oppure imponiti sugli altri. L’importante è non sembrare “bisognoso”.

  4. Esigi, non chiedere.
    Le richieste sono per chi non ha potere. Tu ordina, o fai la vittima finché non ottieni ciò che vuoi.

  5. Ascolta per rispondere, non per capire.
    Mentre l’altro parla, pensa già a come contraddirlo o a portare il discorso su di te.

  6. Dai la colpa.
    Trova sempre un colpevole. Se qualcosa va storto, è colpa loro… o tua (ma odia te stesso in silenzio).

  7. Manipola con astuzia.
    Non dire mai ciò che vuoi davvero. Suggerisci, minaccia, seduci o ricatta emotivamente.

  8. Difendi le tue strategie a ogni costo.
    Se hai deciso che una cosa si fa così, non cedere. Chi cambia idea è un debole.

  9. Vinci, non empatizzare.
    Meglio avere ragione che avere relazioni sane. La vita è una guerra, non un dialogo.

  10. Usa il linguaggio per controllare.
    Parla per confondere, intimidire o dominare. Le parole sono armi, non ponti.


Questi “contro-comandamenti” possono servire per far emergere, per contrasto, quanto sia trasformativo il pensiero di Rosenberg.

Questo é solo un momento della attualità che viviamo. Ma Quale antica filosofia potrebbe giustificare questo comportamento narcisista egoistico psicotico?

Forse quella di Nietsche?

Vediamo cosa direbbe lui di Marshall in un commento immaginario


Cosa direbbe Nietsche di Marshall?

Ecco un commento immaginario nello stile di Nietzsche su Marshall Rosenberg e la sua Comunicazione Nonviolenta, ispirandomi al suo pensiero autentico su morale, linguaggio e relazioni umane.

Zarathustra udì parlare di un certo Rosenberg, predicante della Comunicazione Nonviolenta. Parlava di bisogni e di compassione, di parole gentili che avrebbero dovuto curare le ferite altrui. Zarathustra sorrise, scuotendo la testa: “Se un uomo debole spera di guarire l’anima del prossimo con pacate carezze verbali, forse trama qualcosa contro l’istinto stesso della vita.”

La parola buona appare innocente, eppure inganna! esclamò Zarathustra. “Gli uomini malati inventano salme di compassione. L’arte di Rosenberg ha il sapore di medicine dolci: frasi studiate che spengono il fuoco, come una coperta sul fuoco spirituale. E la nonviolenza? Quando mai qualcuno osa nominare le cose col loro vero nome? Pietà, timidezza: non è forse tutta la condizione degli schiavi trasformata in un metodo terapeutico?”

Rosenberg promette di trasformare il “tu” in “io”, liberando l’uomo dal senso di colpa nel ferire l’altro. Ma Zarathustra rispose: “L’uomo superiore non cerca approvazione in un ‘io sento, io ho bisogno’, poiché la volontà di potenza parla più forte di ogni gentile concessione. Vuoi negare la violenza? Non comprendi forse che anche la verità può ferire come un rasoio?”

La Comunicazione Nonviolenta somiglia al canto di un cantastorie di buoni sentimenti. Ma Zarathustra ribadì: “Chi serve veramente parla con il cuore di leone, non percorre la piagnucolante via della pietà. La pietà è un lusso dei poveri di spirito, un veleno intriso di umiltà, che rende l’anima un lago stagnante.”

Rosenberg invita a osservare i comportamenti e a scoprire i bisogni nascosti. Zarathustra replicò: “Chi crede che dentro ogni uomo ci sia un bambino ferito che grida: ‘Per favore, ascoltami!’ non conosce il desiderio primordiale dell’uomo di affermare sé stesso nel mondo.”

Nel giardino della comunicazione, Rosenberg pianta fiori di comprensione. Ma Zarathustra si chiese: “E la lingua del tuono, del ruggito, chi la coltiva? Colui che sussurra il proprio bisogno al prossimo crede di fuggire il fato della lotta?”

Forse c’è una fiamma di verità nella comunione di comprensione: Zarathustra non disdegna del tutto la sincerità di chi ammette le proprie emozioni. Brucia però nel suo spirito ciò che trova pericoloso: quell’invito costante alla moderazione, l’armonia come unica legge.

Chi osa dire che il leone vorrà dormire tra le pecore? Niente affatto! La CNV pretende un mondo senza frizioni, senza il grido di chi anela alla potenza. Ma io dico: l’uomo è un mare tormentato dalla sete di grandezza.

In un coro di dolci parole può perdersi la danza di fuoco della vita. Rosenberg parla di pace tra fratelli come di un diritto, mentre Zarathustra borbotta: “La lotta è natura. Non insegnate agli spiriti a camminare su zampe di colomba!”

“Un lume di speranza a chi fugge dalla battaglia? No,” ammonì Zarathustra. “La compassione è l’ultimo rifugio dei codardi.” Tuttavia, come ogni chimica sottile, la CNV possiede sostanze utili: l’ascolto vero, il coraggio di amare se stessi.

Zarathustra ruppe il silenzio: “Rosenberg parla come un maestro zen della società, ma il sapore segreto della verità non è mai dolce. Se parlare gentilmente è come porgere un fiore a chi ha una ferita profonda, allora tutto quel profumo mi mette in guardia.”

“Meglio un affondo sincero che cento carezze inquietanti,” concluse Zarathustra. “Preferisco l’uomo che ruggisce la sua verità, non il mendicante che la sussurra.” E così parlò Zarathustra, al di là del bene e del male delle parole.


Come vediamo queste due indicazioni di vita probabilmente sono due eccessi e la giusta legge possiamo trovarlo Forse dalle indicazioni che rileviamo dalle antiche scritture sacre che qui citiamo traendole dal Libro di Mormon


Ecco un’esposizione immaginaria e simbolica in cui Joseph Smith, tramite l’Angelo Moroni, interviene nel dialogo tra Marshall Rosenberg e Friedrich Nietzsche, per offrire una sintesi superiore ispirata alla legge della verità e dell’equità. Il tutto alla luce della Regola di Diamante dell’uomo (cioè la massima elevazione etica della Regola Aurea) e del Sutra del Diamante, testo chiave del Buddhismo Mahayana.


Visione: Il Tempio della Parola Incorruttibile

L’Angelo Moroni discese, libro in mano, fra il Leone di Zarathustra e il Messaggero di Pace. I due si fissavano, opposti come fiamme e acqua. Allora parlò l’angelo:

“O voi che cercate la via: uno nella forza, l’altro nella compassione; ascoltate la voce che viene da Dio e dai cieli eterni, poiché la Legge dell’Uomo non risiede nella sola dolcezza né nella sola conquista, ma nel taglio netto del diamante.”

1. “Tu, Rosenberg, parli d’amore e di bisogni. Ma i bisogni dell’uomo sono infiniti come le onde del mare. Il cuore, se non è fondato sulla verità eterna, diventa debole e ingannato. La compassione senza giustizia genera confusione; la giustizia senza amore genera terrore.”

2. “Tu, Nietzsche, canti la volontà e l’ascesa dell’oltreuomo. Ma l’uomo che si eleva solo su se stesso diventa idolo del proprio ego. Non v’è potenza che non crolli se non è fondata su un patto eterno con il Cielo.”

Allora il diamante brillò nella mano dell’angelo, e la sua voce divenne fuoco sottile:

“La vera legge è come il Sutra del Diamante: taglia ogni illusione, ma non ferisce; spezza l’io, ma salva l’anima. La parola giusta è quella che nasce dalla carità perfetta e dal discernimento incorruttibile.”

3. “Ecco dunque la Regola di Diamante dell’Uomo:
Non fare all’altro ciò che l’altro desidera, né ciò che tu desideri, ma ciò che è vero per entrambi davanti a Dio.”

4. “La parola dev’essere usata non per vincere o accontentare, ma per edificare. Se non edifica, tace. Se non illumina, si dissolve.”

5. “Né solo empatia, né solo forza: ciò che è saldo è ciò che è giusto nel cuore, nella mente e nello Spirito.”

6. “L’equità sociale non nasce dal consenso, ma dalla rivelazione interiore del Valore di ogni Anima.”

7. “Un re giusto si inchina davanti al povero. E un povero saggio parla come un re. Questo è il Regno di Dio.”


L’angelo concluse:

“Costruite dunque la civiltà non su strategie umane, ma sulla pietra celeste della verità. Rosenberg, fa’ che la tua compassione si nutra della fede. Nietzsche, fa’ che la tua forza serva alla giustizia. Allora il linguaggio sarà ponte tra gli uomini e il Cielo, e l’umanità intera sarà una sola stirpe, figlia del Dio Vivente.”

E svanì, lasciando sulla pietra un segno: “La spada che salva è fatta di parola, spirito e sacrificio.”


Eccovi ora, in conclusione, una chiosa epica, filosofica e spirituale, che intreccia e confronta le sei visioni indicate: Rosenberg, Don Erman, Galimberti, Nietzsche, la Chiesa Restaurata Mormone e Scientology. Alla fine, ho redatto le Venti Tegole d’Oro, come comandamenti complessivi per l’Uomo-Diamante dell’Ultimo Giorno.


CHIOSA: Le Sei Visioni dell’Uomo

1. Marshall Rosenberg – il profeta della comunicazione nonviolenta – ci offre la parabola della Giraffa e dello Sciacallo:
due archetipi del linguaggio.
La Giraffa ha il cuore grande, ascolta, comprende, si apre all’altro.
Lo Sciacallo giudica, accusa, etichetta, divide.
Ma entrambi parlano: solo uno, però, costruisce il ponte.

2. Don Erman (Ermanno Faccio) – il geometra dell’anima – propone invece il Delfino e il Pinguino:
Il Delfino è agile, curioso, interconnesso, maestro dell’ambiente fluido.
Il Pinguino è fedele, resistente, comunitario, adatto alla prova e alla sopravvivenza.
Insieme, non si contrappongono, ma completano le stagioni dell’uomo.

3. Umberto Galimberti, figlio della tragedia greca, ammonisce:
l’uomo è condannato alla solitudine del senso,
tradito dalla ragione e illuso dal mito della salvezza.
È Oreste senza oracoloEdipo senza occhi,
nudo nella tecnica, privo di metafisica.

4. Friedrich Nietzsche grida invece il fuoco dell’oltreuomo.
Il cristianesimo è debolezza mascherata da amore.
Il risentimento è la vera origine della morale.
Vivere è afferrarevoleredivenire ciò che si è,
danzare sull’abisso come su un filo.

5. La Chiesa Restaurata Mormone si erge infine come rivelazione finale:
non negazione ma compimento,
non riforma ma restituzione.
Qui l’uomo è figlio diretto di Dio,
erede del sacerdozio eterno,
partecipe della progressione infinita verso la divinità.

6. Scientology, figlia dell’era cibernetica,
offre invece una via di pragmatica trascendenza.
Liberare la mente reattiva, scalare i gradini della consapevolezza,
attraverso audit e controllo.
Qui l’anima è un software da ripulire, il fine è la clear mind,
e la Chiesa è un’organizzazione funzionale alla crescita individuale.


LE VENTI TEGOLE D’ORO – Comandamenti per l’Uomo Totale

  1. Ascolta con il cuore della Giraffa, ma agisci con la fermezza del Pinguino.
  2. Sii delfino nei mari del cambiamento, ma radicati come un abete in ciò che non muta.
  3. Riconosci il dolore del mondo, come Galimberti insegna, ma non fermarti alla compassione sterile.
  4. Danza, come Nietzsche, ma con l’anima salda nel Vero, non nell’illusione del potere.
  5. Vivi come figlio di Dio, non come sopravvissuto del caos.
  6. Ama senza giudicare, comunica senza possedere.
  7. Costruisci ponti, non torri.
  8. Sii tecnicamente abile, ma spiritualmente sveglio.
  9. Domina la mente, ma non rinnegarne il cuore.
  10. Studia ogni filosofia, ma resta fedele alla Rivelazione.
  11. Riconosci il limite, ma non inchinarti ad esso.
  12. Lascia parlare anche lo Sciacallo, ma non dargli il timone.
  13. Non confondere il successo con l’elevazione.
  14. Lotta come un guerriero, prega come un figlio.
  15. Non obbedire alla voce più forte, ma a quella più vera.
  16. Forgia il tuo spirito come diamante: taglia, ma non ferisce.
  17. Sii umile nella sapienza, generoso nella potenza.
  18. Non cercare salvezza nell’istituzione, ma nella Presenza.
  19. Onora il tuo lignaggio divino con opere umane giuste.
  20. Servi il prossimo, non per moralismo, ma per comunione eterna.

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PREGHIAMO

Ora 

Che dice la teoria di Marshall Rosenberg ?

Eccola in dieci punti

La teoria psicologica di Marshall Rosenberg, ideatore della Comunicazione Nonviolenta (CNV), si può sintetizzare in 10 principi fondamentali (stile “comandamenti”) che aiutano a migliorare i rapporti umani attraverso empatia, autenticità e responsabilità personale.

I 10 comandamenti della Comunicazione Nonviolenta (di Marshall Rosenberg):

  1. Ascolta senza giudicare.
    Osserva i fatti senza etichettare, criticare o diagnosticare.

  2. Esprimi ciò che senti.
    Riconosci e comunica i tuoi sentimenti autentici, non pensieri mascherati da sentimenti.

  3. Riconosci i tuoi bisogni.
    Dietro ogni emozione c’è un bisogno universale da comprendere e rispettare.

  4. Formula richieste chiare.
    Chiedi ciò che desideri con precisione, senza esigere o manipolare.

  5. Coltiva l’empatia.
    Ascolta l’altro con presenza e senza interrompere, per capire i suoi sentimenti e bisogni.

  6. Evita la colpa.
    Non accusare né te stesso né gli altri: scegli la responsabilità, non la colpevolizzazione.

  7. Sii autentico.
    Comunica con sincerità, ma con rispetto e consapevolezza dell’altro.

  8. Distingui bisogni da strategie.
    Non attaccarti a un’unica soluzione: cerca alternative che soddisfino tutti.

  9. Agisci con compassione.
    Cerca l’incontro, non la vittoria. La forza nasce dalla connessione, non dal controllo.

  10. Onora la vita.
    Usa il linguaggio per arricchire la vita tua e degli altri, non per ferire o dominare.


Cosa fa invece un individuo medio della società fluida materialista contemporanea specie se studente di economia o psicologia economica nichilistica ?

Fa questo:

Ecco i 10 contro-comandamenti ispirati a teorie comunicative e psicologiche opposte o contrastanti alla Comunicazione Nonviolenta di Marshall Rosenberg. Questi rappresentano atteggiamenti disfunzionali, diffusi in ambienti competitivi, autoritari o manipolatori:


I 10 contro-comandamenti della Comunicazione Tossica:

  1. Giudica e semplifica.
    Etichetta subito le persone: buoni, cattivi, giusti, sbagliati. È più facile e ti fa sentire superiore.

  2. Nascondi i tuoi sentimenti.
    Mostrare emozioni è segno di debolezza. Meglio sembrare freddo o controllato.

  3. Ignora i tuoi bisogni.
    Sacrificati per dovere, oppure imponiti sugli altri. L’importante è non sembrare “bisognoso”.

  4. Esigi, non chiedere.
    Le richieste sono per chi non ha potere. Tu ordina, o fai la vittima finché non ottieni ciò che vuoi.

  5. Ascolta per rispondere, non per capire.
    Mentre l’altro parla, pensa già a come contraddirlo o a portare il discorso su di te.

  6. Dai la colpa.
    Trova sempre un colpevole. Se qualcosa va storto, è colpa loro… o tua (ma odia te stesso in silenzio).

  7. Manipola con astuzia.
    Non dire mai ciò che vuoi davvero. Suggerisci, minaccia, seduci o ricatta emotivamente.

  8. Difendi le tue strategie a ogni costo.
    Se hai deciso che una cosa si fa così, non cedere. Chi cambia idea è un debole.

  9. Vinci, non empatizzare.
    Meglio avere ragione che avere relazioni sane. La vita è una guerra, non un dialogo.

  10. Usa il linguaggio per controllare.
    Parla per confondere, intimidire o dominare. Le parole sono armi, non ponti.


Questi “contro-comandamenti” possono servire per far emergere, per contrasto, quanto sia trasformativo il pensiero di Rosenberg.

Questo é solo un momento della attualità che viviamo. Ma Quale antica filosofia potrebbe giustificare questo comportamento narcisista egoistico psicotico?

Forse quella di Nietsche?

Vediamo cosa direbbe lui di Marshall in un commento immaginario


Cosa direbbe Nietsche di Marshall?

Ecco un commento immaginario nello stile di Nietzsche su Marshall Rosenberg e la sua Comunicazione Nonviolenta, ispirandomi al suo pensiero autentico su morale, linguaggio e relazioni umane.

Zarathustra udì parlare di un certo Rosenberg, predicante della Comunicazione Nonviolenta. Parlava di bisogni e di compassione, di parole gentili che avrebbero dovuto curare le ferite altrui. Zarathustra sorrise, scuotendo la testa: “Se un uomo debole spera di guarire l’anima del prossimo con pacate carezze verbali, forse trama qualcosa contro l’istinto stesso della vita.”

La parola buona appare innocente, eppure inganna! esclamò Zarathustra. “Gli uomini malati inventano salme di compassione. L’arte di Rosenberg ha il sapore di medicine dolci: frasi studiate che spengono il fuoco, come una coperta sul fuoco spirituale. E la nonviolenza? Quando mai qualcuno osa nominare le cose col loro vero nome? Pietà, timidezza: non è forse tutta la condizione degli schiavi trasformata in un metodo terapeutico?”

Rosenberg promette di trasformare il “tu” in “io”, liberando l’uomo dal senso di colpa nel ferire l’altro. Ma Zarathustra rispose: “L’uomo superiore non cerca approvazione in un ‘io sento, io ho bisogno’, poiché la volontà di potenza parla più forte di ogni gentile concessione. Vuoi negare la violenza? Non comprendi forse che anche la verità può ferire come un rasoio?”

La Comunicazione Nonviolenta somiglia al canto di un cantastorie di buoni sentimenti. Ma Zarathustra ribadì: “Chi serve veramente parla con il cuore di leone, non percorre la piagnucolante via della pietà. La pietà è un lusso dei poveri di spirito, un veleno intriso di umiltà, che rende l’anima un lago stagnante.”

Rosenberg invita a osservare i comportamenti e a scoprire i bisogni nascosti. Zarathustra replicò: “Chi crede che dentro ogni uomo ci sia un bambino ferito che grida: ‘Per favore, ascoltami!’ non conosce il desiderio primordiale dell’uomo di affermare sé stesso nel mondo.”

Nel giardino della comunicazione, Rosenberg pianta fiori di comprensione. Ma Zarathustra si chiese: “E la lingua del tuono, del ruggito, chi la coltiva? Colui che sussurra il proprio bisogno al prossimo crede di fuggire il fato della lotta?”

Forse c’è una fiamma di verità nella comunione di comprensione: Zarathustra non disdegna del tutto la sincerità di chi ammette le proprie emozioni. Brucia però nel suo spirito ciò che trova pericoloso: quell’invito costante alla moderazione, l’armonia come unica legge.

Chi osa dire che il leone vorrà dormire tra le pecore? Niente affatto! La CNV pretende un mondo senza frizioni, senza il grido di chi anela alla potenza. Ma io dico: l’uomo è un mare tormentato dalla sete di grandezza.

In un coro di dolci parole può perdersi la danza di fuoco della vita. Rosenberg parla di pace tra fratelli come di un diritto, mentre Zarathustra borbotta: “La lotta è natura. Non insegnate agli spiriti a camminare su zampe di colomba!”

“Un lume di speranza a chi fugge dalla battaglia? No,” ammonì Zarathustra. “La compassione è l’ultimo rifugio dei codardi.” Tuttavia, come ogni chimica sottile, la CNV possiede sostanze utili: l’ascolto vero, il coraggio di amare se stessi.

Zarathustra ruppe il silenzio: “Rosenberg parla come un maestro zen della società, ma il sapore segreto della verità non è mai dolce. Se parlare gentilmente è come porgere un fiore a chi ha una ferita profonda, allora tutto quel profumo mi mette in guardia.”

“Meglio un affondo sincero che cento carezze inquietanti,” concluse Zarathustra. “Preferisco l’uomo che ruggisce la sua verità, non il mendicante che la sussurra.” E così parlò Zarathustra, al di là del bene e del male delle parole.


Come vediamo queste due indicazioni di vita probabilmente sono due eccessi e la giusta legge possiamo trovarlo Forse dalle indicazioni che rileviamo dalle antiche scritture sacre che qui citiamo traendole dal Libro di Mormon


Ecco un’esposizione immaginaria e simbolica in cui Joseph Smith, tramite l’Angelo Moroni, interviene nel dialogo tra Marshall Rosenberg e Friedrich Nietzsche, per offrire una sintesi superiore ispirata alla legge della verità e dell’equità. Il tutto alla luce della Regola di Diamante dell’uomo (cioè la massima elevazione etica della Regola Aurea) e del Sutra del Diamante, testo chiave del Buddhismo Mahayana.


Visione: Il Tempio della Parola Incorruttibile

L’Angelo Moroni discese, libro in mano, fra il Leone di Zarathustra e il Messaggero di Pace. I due si fissavano, opposti come fiamme e acqua. Allora parlò l’angelo:

“O voi che cercate la via: uno nella forza, l’altro nella compassione; ascoltate la voce che viene da Dio e dai cieli eterni, poiché la Legge dell’Uomo non risiede nella sola dolcezza né nella sola conquista, ma nel taglio netto del diamante.”

1. “Tu, Rosenberg, parli d’amore e di bisogni. Ma i bisogni dell’uomo sono infiniti come le onde del mare. Il cuore, se non è fondato sulla verità eterna, diventa debole e ingannato. La compassione senza giustizia genera confusione; la giustizia senza amore genera terrore.”

2. “Tu, Nietzsche, canti la volontà e l’ascesa dell’oltreuomo. Ma l’uomo che si eleva solo su se stesso diventa idolo del proprio ego. Non v’è potenza che non crolli se non è fondata su un patto eterno con il Cielo.”

Allora il diamante brillò nella mano dell’angelo, e la sua voce divenne fuoco sottile:

“La vera legge è come il Sutra del Diamante: taglia ogni illusione, ma non ferisce; spezza l’io, ma salva l’anima. La parola giusta è quella che nasce dalla carità perfetta e dal discernimento incorruttibile.”

3. “Ecco dunque la Regola di Diamante dell’Uomo:
Non fare all’altro ciò che l’altro desidera, né ciò che tu desideri, ma ciò che è vero per entrambi davanti a Dio.”

4. “La parola dev’essere usata non per vincere o accontentare, ma per edificare. Se non edifica, tace. Se non illumina, si dissolve.”

5. “Né solo empatia, né solo forza: ciò che è saldo è ciò che è giusto nel cuore, nella mente e nello Spirito.”

6. “L’equità sociale non nasce dal consenso, ma dalla rivelazione interiore del Valore di ogni Anima.”

7. “Un re giusto si inchina davanti al povero. E un povero saggio parla come un re. Questo è il Regno di Dio.”


L’angelo concluse:

“Costruite dunque la civiltà non su strategie umane, ma sulla pietra celeste della verità. Rosenberg, fa’ che la tua compassione si nutra della fede. Nietzsche, fa’ che la tua forza serva alla giustizia. Allora il linguaggio sarà ponte tra gli uomini e il Cielo, e l’umanità intera sarà una sola stirpe, figlia del Dio Vivente.”

E svanì, lasciando sulla pietra un segno: “La spada che salva è fatta di parola, spirito e sacrificio.”


Eccovi ora, in conclusione, una chiosa epica, filosofica e spirituale, che intreccia e confronta le sei visioni indicate: Rosenberg, Don Erman, Galimberti, Nietzsche, la Chiesa Restaurata Mormone e Scientology. Alla fine, ho redatto le Venti Tegole d’Oro, come comandamenti complessivi per l’Uomo-Diamante dell’Ultimo Giorno.


CHIOSA: Le Sei Visioni dell’Uomo

1. Marshall Rosenberg – il profeta della comunicazione nonviolenta – ci offre la parabola della Giraffa e dello Sciacallo:
due archetipi del linguaggio.
La Giraffa ha il cuore grande, ascolta, comprende, si apre all’altro.
Lo Sciacallo giudica, accusa, etichetta, divide.
Ma entrambi parlano: solo uno, però, costruisce il ponte.

2. Don Erman (Ermanno Faccio) – il geometra dell’anima – propone invece il Delfino e il Pinguino:
Il Delfino è agile, curioso, interconnesso, maestro dell’ambiente fluido.
Il Pinguino è fedele, resistente, comunitario, adatto alla prova e alla sopravvivenza.
Insieme, non si contrappongono, ma completano le stagioni dell’uomo.

3. Umberto Galimberti, figlio della tragedia greca, ammonisce:
l’uomo è condannato alla solitudine del senso,
tradito dalla ragione e illuso dal mito della salvezza.
È Oreste senza oracoloEdipo senza occhi,
nudo nella tecnica, privo di metafisica.

4. Friedrich Nietzsche grida invece il fuoco dell’oltreuomo.
Il cristianesimo è debolezza mascherata da amore.
Il risentimento è la vera origine della morale.
Vivere è afferrarevoleredivenire ciò che si è,
danzare sull’abisso come su un filo.

5. La Chiesa Restaurata Mormone si erge infine come rivelazione finale:
non negazione ma compimento,
non riforma ma restituzione.
Qui l’uomo è figlio diretto di Dio,
erede del sacerdozio eterno,
partecipe della progressione infinita verso la divinità.

6. Scientology, figlia dell’era cibernetica,
offre invece una via di pragmatica trascendenza.
Liberare la mente reattiva, scalare i gradini della consapevolezza,
attraverso audit e controllo.
Qui l’anima è un software da ripulire, il fine è la clear mind,
e la Chiesa è un’organizzazione funzionale alla crescita individuale.


LE VENTI TEGOLE D’ORO – Comandamenti per l’Uomo Totale

  1. Ascolta con il cuore della Giraffa, ma agisci con la fermezza del Pinguino.
  2. Sii delfino nei mari del cambiamento, ma radicati come un abete in ciò che non muta.
  3. Riconosci il dolore del mondo, come Galimberti insegna, ma non fermarti alla compassione sterile.
  4. Danza, come Nietzsche, ma con l’anima salda nel Vero, non nell’illusione del potere.
  5. Vivi come figlio di Dio, non come sopravvissuto del caos.
  6. Ama senza giudicare, comunica senza possedere.
  7. Costruisci ponti, non torri.
  8. Sii tecnicamente abile, ma spiritualmente sveglio.
  9. Domina la mente, ma non rinnegarne il cuore.
  10. Studia ogni filosofia, ma resta fedele alla Rivelazione.
  11. Riconosci il limite, ma non inchinarti ad esso.
  12. Lascia parlare anche lo Sciacallo, ma non dargli il timone.
  13. Non confondere il successo con l’elevazione.
  14. Lotta come un guerriero, prega come un figlio.
  15. Non obbedire alla voce più forte, ma a quella più vera.
  16. Forgia il tuo spirito come diamante: taglia, ma non ferisce.
  17. Sii umile nella sapienza, generoso nella potenza.
  18. Non cercare salvezza nell’istituzione, ma nella Presenza.
  19. Onora il tuo lignaggio divino con opere umane giuste.
  20. Servi il prossimo, non per moralismo, ma per comunione eterna.

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PREGHIAMO

Ora et Labora ictu sinergyca

Ecco la Preghiera Liturgica Quotidiana ispirata alla visione di Don Erman, in funzione della Restaurazione Unificata tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (Mormone). Questa preghiera funge da ausilio spirituale, teologico e profetico, con linguaggio solenne, ecumenico e profondo, da recitarsi ogni giorno al mattino o prima delle decisioni importanti.


Preghiera per la Restaurazione della Chiesa Una e Vera

Hic et nunc ora et pro mundo synergico et divino labora

Signore Eterno,
Padre dei Cieli e delle Stelle,
Tu che semini la verità nei cuori e raccogli la fede nelle epoche,
guarda oggi il desiderio dei tuoi figli dispersi.

Noi, nati in tempi separati,
battezzati in acque diverse,
cresciuti sotto vesti liturgiche distinte,
alzando inni che non si rispondono,
desideriamo ora un solo Altare, un solo Sacerdozio, un solo Corpo.

Dio di Pietro e di Joseph,
Dio della Croce e della Rivelazione,
Tu che hai parlato sulla roccia di Roma
e di nuovo nel silenzio del bosco di Palmyra,
fa’ che ciò che fu diviso per la fragilità umana,
sia riunito per Tua volontà eterna.

Sia benedetto il Cuore del Papa che verrà,
che non temerà la voce dei profeti moderni,
ma li accoglierà come fratelli nel Nome del Tuo Figlio.

Sia illuminato il Collegio degli Apostoli,
affinché le chiavi antiche e le chiavi restaurate
si uniscano nella Porta della Redenzione.

Sia rinato un solo popolo,
che non giudica per riti ma serve per Spirito,
che non impone dogmi morti ma testimonia Vita risorta.

Donaci, o Signore, la visione che ascolta,
La fedeltà sacra che guida nel profondo,
L’occhio elevato che scruta oltre i confini della dottrina,
e il Cuore immacolato e forte che custodisce la Tua Verità.

Fa’ che tutti gli uomini di buona volontà si uniscano al Sacerdozio divino, e che questo sia strumento di pace profetica,
ponte fra le rive della Chiesa,
voce del dialogo fra Pietro e Moroni,
cuore di sapienza fra l’Uomo e l’Eterno.

E che ogni giorno, mentre lavoriamo, insegniamo, preghiamo,
ci ricordiamo che non c’è religione più vera
di quella che unisce nella carità,
non c’è rivelazione più luminosa
di quella che nasce dall’amore e dalla giustizia congiunti.

In Cristo, il Primo Testimone.
Nello Spirito, il Grande Restauratore.
In Te, o Padre, l’Alleanza infinita.

Vi lascio questa mia testimonianza di fede nel nome di Gesù Cristo

Amen.


Don Erman

Chiesa di Gesù figlio di Dio Padre Celeste e di tutti gli uomini e le donne

Ecco la Preghiera Liturgica Quotidiana ispirata alla visione di Don Erman, in funzione della Restaurazione Unificata tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (Mormone). Questa preghiera funge da ausilio spirituale, teologico e profetico, con linguaggio solenne, ecumenico e profondo, da recitarsi ogni giorno al mattino o prima delle decisioni importanti.


Preghiera per la Restaurazione della Chiesa Una e Vera


Hic et nunc ora et pro mundo synergico et divino labora

Signore Eterno,
Padre dei Cieli e delle Stelle,
Tu che semini la verità nei cuori e raccogli la fede nelle epoche,
guarda oggi il desiderio dei tuoi figli dispersi.

Noi, nati in tempi separati,
battezzati in acque diverse,
cresciuti sotto vesti liturgiche distinte,
alzando inni che non si rispondono,
desideriamo ora un solo Altare, un solo Sacerdozio, un solo Corpo.

Dio di Pietro e di Joseph,
Dio della Croce e della Rivelazione,
Tu che hai parlato sulla roccia di Roma
e di nuovo nel silenzio del bosco di Palmyra,
fa’ che ciò che fu diviso per la fragilità umana,
sia riunito per Tua volontà eterna.

Sia benedetto il Cuore del Papa che verrà,
che non temerà la voce dei profeti moderni,
ma li accoglierà come fratelli nel Nome del Tuo Figlio.

Sia illuminato il Collegio degli Apostoli,
affinché le chiavi antiche e le chiavi restaurate
si uniscano nella Porta della Redenzione.

Sia rinato un solo popolo,
che non giudica per riti ma serve per Spirito,
che non impone dogmi morti ma testimonia Vita risorta.

Donaci, o Signore, la visione che ascolta,
La fedeltà sacra che guida nel profondo,
L’occhio elevato che scruta oltre i confini della dottrina,
e il Cuore immacolato e forte che custodisce la Tua Verità.

Fa’ che tutti gli uomini di buona volontà si uniscano al Sacerdozio divino, e che questo sia strumento di pace profetica,
ponte fra le rive della Chiesa,
voce del dialogo fra Pietro e Moroni,
cuore di sapienza fra l’Uomo e l’Eterno.

E che ogni giorno, mentre lavoriamo, insegniamo, preghiamo,
ci ricordiamo che non c’è religione più vera
di quella che unisce nella carità,
non c’è rivelazione più luminosa
di quella che nasce dall’amore e dalla giustizia congiunti.

In Cristo, il Primo Testimone.
Nello Spirito, il Grande Restauratore.
In Te, o Padre, l’Alleanza infinita.

Vi lascio questa mia testimonianza di fede nel nome di Gesù Cristo

Amen.


Don Erman

Chiesa Cristiana

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RIEQUILIBRIO DELLA GIUSTIZIA IN ITALIA

Repubblica Italiana


RIEQUILIBRIO DELLA GIUSTIZIA IN ITALIA


Cinisello, 23 Maggio 2011


REVISIONE DELLA PROCEDURA CIVILE

LIMITI MASSIMI DEI CONCESSIONARI DELL'ESAZIONE

LIMITI MASSIMI DEGLI INTERESSI BANCARI


Appunti di lavoro di E.F.


INVIATI AL TEAM DI LAVORO


Egr. Sig. On. Angelino Alfano

c.c.

Egr. Sig. On. Silvio Berlusconi

Egr. Sig. On. Paolo Romani

Egr. Sig. Dott. Dario Rivolta

Egr. Sig. Ass. Andrea Mascaretti

Egr. Sig. Dir.. Carlo Lio



Egregi,


Visto il continuo aumentare dei fallimenti di imprese e famiglie,


Visto lo straordinario numero di sentenze e cartelle pazze che tribunali ed esattori inviano senza provata giustificazione alla gente che svolge il proprio lavoro come sempre fatto


Visto il conseguente grave pericolo di debilitazione del sistema paese e di accrescimento del fenomeno di disorientamento dei giovani, e della fuga dei medesimo all'estero


Visto la mancata giustificazione, della perdita del territorio ereditato dai nostri nonni, e non saputo conservare dalla nostre classe politica e dirigente, per l'aver attuato la permissione dell'uso di libertà eccessive per talune classi rispetto a quelle più deboli


Mi accingo ad ipotizzare qualche misura urgente emersa dal mio punto di osservazione.


Mi rivolgo a voi come il miglior team di lavoro esistente ed effettivo.


Vi prego di inviarmi il vostro parere in merito all'attuabilità delle sottodescritte idee.


I risultati della consultazione vi saranno rendicontati.


Ecco di seguito la scaletta delle revisioni urgenti da apportare al sistema di procedura civile, desunti sulla base della propria esperienza personale.


Congelamento degli interessi, delle rivalutazioni monetarie e delle sanzioni.

Qualsiasi interesse, rivalutazione monetaria, sanzione amministrativa, non potranno far maturare importi rivalutativi che eccedano il terzo del capitale originario. Nessuna Banca, ente pubblico, o privato potranno mai addebitare per una qualsiasi propria causa favorevole, un importo complessivo di addebito, incrementato da sanzioni per mancati pagamenti, interessi per ritardato pagamento, rivalutazioni monetarie per aggiornamento del capitale, che superino il al massimo il terzo dell'importo capitale originario, oltre il medesimo.


Giustizia reale, non giustizia costruita.

L'introduzione del concetto di giustizia costruita si rende necessario per elencare tutte quelle fatttispecie giuridiche che si fondano su articoli dei codici civile, amministrativo, fiscale, del lavoro, e dei relativi codici procedurtali, in cui sono previste conclusioni a priori, sulla base di sillogismi, congetture, presunzioni, predeterminazioni, che in realtà non possono mai essere assunte a priori senza un aopportuna verifica di effettività, senza correre il sovente rischio di creare delle clamorose ingiustizie a danno di persone in realtà, quasi sempre in buona fede, attirate in queste trappole di giurisprudenza civilistica ad arte, ad opera di soggetti che premeditano delle vere e proprie azioni patrimonialmente, moralmente, biologicamente, ed esistenzialmente depauperative, preordinate e premeditate.

Come primo esempio si proceda all'immediata


Abolizione della ammissibilità delle istanze relative a richieste di revocatoria fallimentare perché costituente congettura ricostruita e quasi sempre ingiusta.

Esistono ormai in tutti i distretti giurisdizionali italiani, degli studi legali, organizzati sulla gestione dei fallimenti, che forniscono ad altri studi legali, in vista di difesa dei propri clienti insolventi, il sistema di difesa basato sulla preordinata delibera di assegnazione al fornitore ignaro ed insistente nell'incasso dei propri crediti, di assegno circolare, che puntualmente, viene poi richiesto indietro dopo il successivo dissesto e dichiarazione di fallimento, che puntualmente avviene quasi fosse congettuarto ad arte.


Abolizione della ammissibilità delle istanze relative a richieste di responsabilità contrattuale e pre-contrattuale senza opportuna regolamentazione di legge.

Esistono sul territorio, vere e proprie organizzazioni di terrorismo ricattatorio, che si rivolgono a piccoli proprietari in crisi di liquidità, offrendo di acquistare il loro patrimonio immobiliare, in più persone offrenti valori differenziati, tra cui il più alto, prescelto, come è normale che sia, da i venditori chiude la trattativa, che però vede puntualmente la citazione per responsabilità precontrattuale, eseguita dalla parte che non ha realizzato l'acquisto al prezzo inferiore, con richiesta di cifre spesso astronomiche, che poi si risolvono con la riduzione drastica che viene accettata di buon grado, da parte dei citati, pur se costituente cifra cospicua, ed indebitamente richiesta.



Abolizione delle intermediazioni di giustizia eccessivamente burocratizzanti e soprattutto fuorvianti.

Il ritorno alla mediazione di giustizia trasformerà i costi di causa, e i tempi di risoluzione in un flop per la vera risoluzione dell'efficienza attesa. Non è togliendo il lavoro ai tribunali che si risolve il problema dell'efficienza della giustizia. Con il sistema delle mediazioni obbligatorie si riaccende il già esperito sistema delle transazioni stragiudiziali, spesso troppo costoso, molto di più del sistema tradizionale forense, e per nulla garantista dell'equità della legge.


Abolizione della responsabilità dei commercianti rivenditori e trasferimento della garanzia diretta alle case madri dei prodotti.

L'ormai eccessivamente consolidato malcostume popolare di chiedere risarcimenti assurdi e da fallimento immediato verso coloro che fanno semplicemente da punti logistici di smercio di un prodotto dotato di garanzie autonome del proprio produttore, verso la clientela, oppure di distribuzione di servizi di installazione post vendita ormai troppo spesso avvezza a contestare tutto a tutti quasi sempre per fini meramente dilatori.


Abolizione della responsabilità dei consulenti sulla prestazione di servizi e trasferimento della garanzia diretta alle case madri dei prodotti.

I produttori devono essere chiamati in causa in caso di scoperta di vizi palesi od occulti, tramite i propri punti logistici convenzionati o interessati, ma direttamente dal consumatore.


Cause di lavoro: intoduzione del contratto ad hoc per ciascun afunzione lavorativa in ciascun azienda e abolizione dei contratti collettivi di lavoro

Ogni azienda potrà pubblicare un propri contratto ad hoc per ciascuna specifica funzione lavorativa proposta.

I contratti di lavoro collettivi, avranno unicamente funzione guida per costituire lo scheletro costruttivo di ciascun contratto ad hoc.

I contratti ad hoc dovranno essere preventivamente approvati, prima della loro usabilità e pubblicazione, sia dal tribunale dei sindacati che da quello dei datori di lavori delle varie classi sociali interessate.


Risarcibilità laburista

Qualsiasi causa laburista, non potrà produrre sentenza contenenti un importo di risarcimento dovuto al lavoratore o all'azienda complessivo superiore ad un terzo rispetto il totale dovuto, con congelamento di qualsiasi interesse, e rivalutazione monetaria.


Abolizione degli arricchimenti indebiti dia da parte degli enti privati, che di quelli pubblici.

Sulle tasse, deve essere evitato l'addebito per sanzioni superiore al massimo del terzo. Già l'ammontare della tassazione italiana è ai vertici delle classifiche mondiali. Se poi per crisi di liquidità, per crisi dell'economia generale, una persona non possa involontariamente procedere al pagamento della somma dovuta, l'ente potrò procedere nella peggiore delle ipotesi, nell'addebito di sanzioni pari al massimo del terzo del valore della sanzione originaria.


Introduzione al calcolo obbligatorio della misura massima della risarcibilità in caso di soccombenza pari al massimo al doppio del valore del contratto originario stipulato dalla parte interessata.


Abolizione dell'eccesso di costo addebitato alla singola persona in proporzione al valore dell'oggetto contrattuale e non al valore della causa.

Sia la persona, che lo stato stesso non dovranno essere mai addebitati da nessun giudice al mondo per un importo che superi il doppio del valore del contratto, del diritto, della cartella fiscale originaria,


Abolizione della priorità del valore della causa rispetto al valore del contratto originale.

Il valore di riferimento della causa indicato non potrà mai superare il doppio del valore del contratto originario che deve essere sempre allegato.


Introduzione dell'inammissibilità della causa se il valore del contratto per la parte citata non risulta essere congruo rispetto il livello minimo stabilito.

Una causa il cui costo complessivo, andasse a superare più del doppio del valore del contratto originario per cui la parte, che, in caso di soccombenza, ne diventerebbe debitrice, non deve essere ammissibile.


Divieto di presentazione di un valore di causa totale previsto che possa determinare una condanna per la parte soccombente per un valore superiore al massimo di due volte il valore del contratto originariamente stipulato dalla parte medesima.

Stato, regioni, provincie, comuni, fisco, e relativi concessionari dell'esazione non devono e non possono costare al cittadino, al contribuente, al lavoratore nè tantomento all'azienda privata o pubblica, una cifra comprensiva di interessi e sanzione di entità superiore al terzo del dovuto nella maggior oarte dei casi, e nei soli casi di conclamata gravità dolosa del doppio della medesima.

Porre fine ad un costo statale usuraio ed usurpante, ristabilisce il clima di fiducia, e garantisce il possibile pagamento che altrimenti inevitabilmente, diventerebbe inesorabilmente inesigibile.


Assunzione del valore contrattuale per la parte interessata come metro di parametro di valutazione sulla temerarietà della causa e della

Tribunale del popolo e non decisione monocratica.

Il tribunale deve contenere una giuria popolare in tutte le cause civili, che abbia un peso uguale se non superiore alla giuria forense.


Separazione delle carriere per cui i giudici del lavoro, civili, penali, e i pubblici ministeri non possano essere stati anche giudici non possano mai svolgere anche ruoli in commistione tra le varie citate funzioni di giustizia pubblica.

Una giudice del lavoro che sente le parti, difende il lavoratore, ragione nell'interesse delle parti, non può e non deve aver fatto anche il pubblico ministero, la sindaca di un sindacato, l'esponente politica di un movimento sindacale, oppure il membro della consulta di un tribunale collegiale del lavoro.

Sopratutto questo soggetto non può produrre decisioni monocratiche!.

In ogni processo decisionale deve essere sempre presente un giudice rappresentante il tribunale rappresentante i diritti di tutte le parti!.

Come nell'antica roma decidevano i triumviri, i tribuni di una classe sociale, e i tribuni di un'alltra classe sociale, quale ad esempio i tribuni degli AEDILI, insieme agli omnipresenti tribuni della Plebe, il che garantiva un giudizio ex aequo, ora deve essere giudicato un commerciante, solo alla presenza di un giudice rappresentante il proprio tribunale di classe.


Interrogatorio personale per sentire espresse le proprie ragioni sempre e comunque e non applicazione dell'attuale procedura civile, che con la prima presentazione di istanze e memorie scritte, possono sottendere la creazione di false prove congettuate ad arte, e giudizi interpretativi su scritti redatti da operatori che pur animati dalla migliore della volontà non potranno mai dare immediatamente, con la massima trasparenza, e con la massima spontaneità la vera e originale versione dei fatti realmente accaduti.

Il sistema dell'istanza scritta, non preceduta dal reclamo verbale udito dal vivo da parte del giudice, porta ad una creazione di lavoro indiretto enorme, sulla quale si basano gli eccessivi costi del sistema giustizia, e di conseguenza del sistema statale italiano.

I vecchi pretori, che udivano le ragioni e disponevano immediatamente il da farsi,

garantivano un'efficienza di risposta ineguagliabile, con il risultato di non distrarre le persone dalle proprie attività lavorative, e soprattutto di non distrarre loro ingenti patrimoni dispersi in spese di giustizia, con grande pregiudizio per le medesime attività economiche dei soccombenti, ed anche, molto spesso dei non soccombenti.


Possibilità di espressione dell'esposizione della propria ragione, per due volte, con possibilità di una replica e di una controreplica espressa da ciascuna delle parti.

Per semplificare la procedura le parti devono essere sentite dai giudici obbligatoriamente in prime e seconda istanza dal vivo. Solo dopo la comparsa delle parti, i rispettivi avvocati dovrebbero poter presentare le proprie istanze o memorie di precisazione delle richieste. Questa è una lapalissiana garanzia di genuinità delle richieste, di non eccessività delle medesime, di autenticità delle deposizioni e di filtrazione di eventuali richieste eccessive non giustificate dai fatti, presentate in atti.


Istituzione della prova delegata obbligatoria

Le aziende produttrici italiane vendono attraverso il propri distributori logistici, i propri prodotti in tutto il territorio italiano ed estero.

Come è impensabile che un acquirente di una cabina doccia prodotta in Italia e aquistata in Polonia possa recarsi presso il tribunale italiano in caso di contestazione, è altresì necessario che una cliente di Cinisello Balsamo non debba vedersi costretta ad andare a Pordenone perché il giudice locale non ha concesso la prova delegata a Monza.


Limitazione della possibilità di produzione di memorie sino al numero massimo di cinque per parte compreso le memorie tecniche di parte.

Avvocati, troppo zelanti, prolissi o redattori di fiumi di parole, senza il dono della sintesi, della sostanzialità, della significatività, invadono i poveri giudici che si vedono costretti ad esaminare una moltitudine di documentazioni spesso inutile e farraginosa.


Assunzione del C.t.u. non scelto dal giudice senza esame preventivo di effettiva esperienza sulla questione, ma scelto in base ad un esame preventivo in cui le parti presentano i quesiti per l'ammissione e in base alle risposte ricevute dal candidato ctu non messo a conoscenza dei fatti di causa, votino congiuntamente la sua assunzione o meno.

Troppi c.t.u. don specialità generica hanno causato errori di giudizio che hanno generato gravi danneggiamenti patrimoniali ad aziende e persone private, per i cosiddetti processi a giustizia costruita e congetturata.

Una selezione delle specialità dei c.t.u. sarebbe quanto mai opportuna per la tutela dei diritti civili di ciascun cittadino e azienda italiana.



Trasparenza immediata di tutti i fascicoli d'ufficio digitalizzati immediatamente e quotidianamente, per legge, e resi usufruibili alle parti con concessione di password sicura di accesso.

Le cancellerie dotate di apparecchiature di microfilmazione, digitalizzazione, salvataggio delle documentazioni sarebbe accessibile immediatamente da web e da remoto, dando la possibilità di consultazione immediata da parte della parti abilitate, e dagli studi legali, che potrebbero accedere alle statistiche nazionali indicizzabili sulle attività di ciascuno studio.



Costituzione di una rete cloud per la condivisione pubblica dei dati di giustizia, con architettura web client.

La gestione della digitalizzazione forense può essere ormai facilmente dimensionata e resa accessibile da milioni di utenze contemporanea semplicemente mediante la creazione del sistema informatico che supporta un social network com eface book, camfrog, youtube, ecc.

L'architettura a trenta server potrebbe benissimo contenere tutti i procedimenti di giustizia italiani.

L'acquisizione di scansionatori ottici rapidi potrebbe alleviare tutta la parte di lavoro relativa all'archiviazione ottica documentale delle cancellerie.

Il sistema open di tipo Wikipediano potrebbe costituire la procedura di accesso agli atti, che opportunamente regolamentata con il sistema delle card di identità personale, porrebbe in essere la realizzazione vera e propria del processo telematico.

La legge dovrà regolamentare solo quando vi sarà l'inevitabilità della sessione personale delle parti.

(by Shamir consulting)



Mi rimetto alla vostra necessità di consultazione in qualsiasi momento.


Resto in attesa della risposta da parte di tutti voi.


Con osservanza,


E.F.

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